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La cometa che distrusse la civiltà

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In Il ritorno degli dei Graham Hancock riprende, a distanza di venti anni, i suoi studi sull’archeologia antidiluviana che aveva presentato in Impronte degli dei . L’approccio, in entrambi i testi, è di andare oltre le acquisizioni archeologiche mainstream , per affrontare la materia con mente aperta e senza preconcetti di alcun tipo. Ciò ha portato l’Autore de Il ritorno degli dei a ribadire quanto già scritto in precedenza: prima del Diluvio, esisteva una civiltà altamente progredita tecnologicamente che fu spazzata via da un evento catastrofico e i cui superstiti si assunsero l’onere di trasmettere le proprie conoscenze al resto dell’umanità che era ben lungi dall’aver raggiunto un grado di sviluppo pari al loro. Hancock, tenendo conto delle acquisizioni di varie discipline scientifiche, ritiene che a distruggere la civiltà antidiluviana sia stato un impatto cometario che ha scatenato una serie di catastrofi che hanno coinvolto una parte enorme del globo terracqueo, in particol...

Camerati schiaffeggiati | Parla la gola profonda di CasaPound

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Paolo Berizzi in Il libro segreto di CasaPound edito da Fuori Scena “cede la penna” a un militante di primo livello dell’organizzazione fascista che, dall’interno, racconta in prima persona alcuni retroscena riguardanti, soprattutto, i vertici (“capi e capetti”, come li definisce lui) di CasaPound . Si parte con il descrivere la notte durante la quale cinque “incursori” entrano nel palazzo di via Napoleone III a Roma e lo occupano, e si prosegue con lo svelare fatti e circostanze che non erano mai uscite dalle mura di quel palazzo (la CasaPound occupata con la quale l’opinione pubblica identifica il movimento fascista omonimo). Vengono tracciati i “profili” di coloro (tutti rigorosamente maschi) che guidano, o hanno guidato, l’organizzazione - a partire da Gianluca Iannone e Simone Di Stefano che l'hanno fondata - e si parla anche di quelle poche donne che in CasaPound hanno (o hanno avuto) un ruolo - seppure di sponda - che andasse oltre quello di “donna del capo”. La gola pro...

Perché ho riattivato Todoist

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A febbraio oltre a tornare a utilizzare Keep, avevo riattivato anche Tasks e il Calendario di Google. Se con Keep e il Calendario mi trovo assai bene (e per anni e anni sono stato “fedele” utilizzatore di entrambe le app), Tasks continua a lasciarmi insoddisfatto. Da ieri ho riattivato Todoist che avevo usato per qualche tempo un paio di anni fa (o forse tre). I motivi del mio ritorno a una app più completa per gestire i miei tasks sono facili da elencare: Con Google Tasks si possono solo fare elenchi/liste di attività , mentre con Todoist è possibile anche mettere una o più etichette al singolo compito, rendendo la gestione dei tasks decisamente più easy; Ogni etichetta può avere un suo colore specifico e, siccome io uso il colore come codice informativo sia in Calendar, sia in Keep, non poterlo usare anche in Tasks lo trovavo davvero limitante; A differenza dei tasks creati con Google Tasks, quelli creati con Todoist si vedono anche nel calendario di Notion o in quello di Apple ...

Scorie digitali

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Non posso negare di avere una preoccupante tendenza all’accumulo. Mi si accatastano libri che non ho ancora avuto tempo di leggere. Compro materiale di cancelleria che uso un paio di volte e poi resta nel cassetto. Faccio fatica a smaltire marsupi che da anni non uso più. Ho in rubrica numeri di telefono di persone che non ho più idea di chi siano. Ecco, da ieri la mia visione delle cose è cambiata e, quando mi sono reso conto di avere in rubrica più di 1730 contatti, ho iniziato a fare pulizia. Conto, prima della fine dell’anno, di riuscire a cancellare le schede di persone che non so più chi sono;  quelle delle persone che so chi sono ma è da un decennio che non sento più neppure per gli auguri di Natale (e che, per quanto ne so, potrebbero anche essere morte);  e quelle di coloro con cui anni fa ero in contatto per ragioni di lavoro e che, oggi, non c’è ragione che restino nella mia rubrica. Se va come dovrebbe, spero di scendere a 300 contatti al massimo. La nuova visione ...

Creazione di contenuti. Umani 3 - AI 0

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Sempre più spesso si sentono creatori di contenuti ammettere candidamente di essersi affidati a questa o quella AI per generare i propri testi (parola qui usata in senso lato). Ogni volta che ciò accade, mi chiedo cosa spinga un professionista ad affidare la propria creatività a una AI. Ecco, allora, che ho voluto chiedere proprio a due di tali AI di spiegarmi quali sono le tre maggiori differenze tra i contenuti generati da un umano e quelli prodotti da un’AI . Le risposte non hanno fatto altro che confermare le mie convinzioni. Ad ogni modo, ritengo opportuno riportarle sinteticamente qui. La mia domanda (o “prompt”, come amano dire quelli bravi): Quali sono le tre maggiori differenze tra i contenuti generati dagli umani e quelli prodotti dall’AI?  Risposta di Gemini (o “output”, come amano dire…): 1. Esperienza personale ed emotiva. Gli esseri umani creano contenuti basati sulle proprie esperienze personali, emozioni e sensibilità uniche.  Al contrario, i contenuti cre...

Scenari di guerra sul Mediterraneo

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Il quinto scenario. Atto secondo (edito da Fuori Scena nel 2024) è l’aggiornamento e approfondimento di un’inchiesta giornalistica su Ustica pubblicata da Claudio Gatti per la prima volta nel 1994 da Rizzoli. Nei 30 anni trascorsi tra un’edizione e l’altra, il giornalista ha potuto prendere visione di nuove pubblicazioni che, seppure indirettamente, hanno validato la sua ipotesi (scenario) su chi abbia abbattuto il DC9 dell’Itavia sui cieli in prossimità dell’isola di Ustica. Innanzitutto, va specificato che Gatti non è parente, ma solo omonimo, del pilota del DC9 abbattuto e che il suo interesse per la vicenda è prettamente di natura giornalistica (di quel giornalismo investigativo di cui Gatti è uno dei rappresentanti). In secondo luogo, va ricordato che Gatti ha condotto la sua inchiesta da New York (città nella quale vive) e questo fatto lo ha, in qualche modo, facilitato sia a venire in possesso di documentazione sul caso, sia a poter intervistare uomini dell’apparato spionist...

Distopie al governo | L'estrema destra 2.0

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«Non v’è dubbio, [...] che una delle paure ricorrenti degli ultimi anni nel mondo occidentale sia quella di un futuro contrassegnato da governi autoritari e populisti, dal declino delle democrazie liberali, dalla fine dello Stato di diritto e persino dal ritorno del fascismo. [...] Le distopie del futuro sono, in larga misura, ormai parte della realtà che ci tocca vivere.». Così si esprime lo storico Steven Forti in Estrema destra 2.0 pubblicato in Italia da Castelvecchi per la traduzione di Marcello Belotti e lo stesso Forti. Un giudizio che, a coloro che tendono a sminuire la situazione, può sembrare eccessivo; ma agli altri mette paura. Un giudizio che Forti spiega dettagliatamente nel corso del suo saggio nel quale, appunto, analizza quella che lui definisce “estrema destra 2.0” e che tiene a sottolineare è diversa dal fascismo storico, quello, per intenderci, che prese il potere tra le due Guerre mondiali. Il “2.0” accanto a “estrema destra” non è casuale: quella attuale è una d...